X-Form – X-Form (Vertikal Records)

X-Form - X-FormArrivare al successo non è semplice e non sempre si può pianificare a tavolino. Può accadere che un artista impieghi mesi o addirittura anni prima di centrare l’obiettivo, proprio come capita a Fabio Cataneo, Fabietto per gli amici, che incide il primo disco nel 1992. Si intitola “Crazy For Your Love”, lo firma come K.F. ed è ricamato sul tema di “Chase” di Giorgio Moroder.

«Approcciai alla produzione discografica nel 1991 collaborando con un collega torinese che muoveva i primi passi con Severo Lombardoni della Discomagic. Stava realizzando un pezzo e gli diedi qualche dritta sui campioni da usare. Mi ringraziò attraverso i crediti del disco ma niente di più» ricorda oggi Cataneo. E continua: «La mia prima produzione “ufficiale” fu invece “Crazy For Your Love” di K.F. (una sorta di acronimo di Kataneo Fabio), che feci in uno studio genovese in cui realizzai anche il primo X-Plora nel ’95, “Flow”. A dirla tutta, quando misi piede nel Nonsense Studio, dove già incidevano colleghi come Mario Scalambrin e Paolo Kighine aka Unity 3, non avevo tante idee o perlomeno non erano sufficientemente chiare. Il buon setup mi aiutò ad ottenere un discreto risultato che offrii alla Wicked & Wild di Fabio Carniel del Disco Inn di Modena, dove acquistavo regolarmente i dischi. Gliela feci sentire, gli piacque e ne stampò un migliaio di copie che andarono esaurite ma a cui non seguì alcuna ristampa. A creare il contatto con Carniel fu un amico comune, Daniele Mad. Già qualche anno prima partecipai alle competizioni del DMC organizzate in Italia proprio dal Disco Inn, e ciò creò l’occasione per andare a Londra e supportare gli italiani che disputavano la finale. Con noi c’erano anche Claudio Coccoluto e Steve Mantovani. Una cosa tira l’altra e Carniel mi segnalò per partecipare alla Walky Cup Competition, organizzata da Radio DeeJay all’Aquafan di Riccione. Quella volta, nel 1989, fui costretto a “scontrarmi” con Mauro Picotto che era un “mostro sacro” e le buscai, ma rimase comunque una bella esperienza».

Walky Cup Riccione 1989

Fabietto Cataneo durante l’esibizione alla Walky Cup Competition, nel 1989. A presentarlo, accanto a lui, è Fiorello

A “Crazy For Your Love” non segue più nulla sino al 1995, un tempo irragionevole se si pensa alla velocità con cui oggi viene consumata la musica, ma Cataneo chiarisce: «continuai regolarmente a lavorare come DJ in discoteca, ai tempi non c’era la necessità di pubblicare brani come oggi ed inoltre non avevo uno studio personale, quindi per buttare giù qualche idea ero costretto ad andare a Genova al citato Nonsense Studio. A darmi lo stimolo per ricominciare a produrre fu l’amico Fabio Piazzai che riceveva dischi da Londra e mi faceva sentire cose veramente innovative. Una sera del ’94 incidemmo in mansarda dei provini casalinghi mettendo insieme quel poco che avevamo, un Mac G3 ed una tastiera, ma senza particolari velleità. Dopo qualche mese volevamo riascoltare quei vecchi file ma il computer non ne voleva sapere, c’era qualche problema. Fortunatamente alcuni di quei demo li avevo precedentemente passati su cassetta e proprio tra quelli c’era la prima versione di “Pleasure Voyage” che peraltro ebbi modo di usare anche in qualche mia serata in discoteca. Quel pezzo mi piaceva ed iniziai a pensare di rifarlo ma in modo professionale. Così trovammo uno studio, più vicino rispetto a quello di Genova, il Magic Room (il nome glielo diedi io) ad Albenga, dove nacque la “Pleasure Voyage” che tutti conoscono. Feci ascoltare il demo su cassetta al proprietario dello studio nonché musicista e lui lo rifece praticamente identico utilizzando un sequencer Voyetra. Tra le funzioni di quel software ce n’era una che si chiamava X-Form da dove presi ispirazione per il nome».

“Pleasure Voyage” finisce su un doppio mix omonimo del progetto che apre il catalogo della Vertikal Records. Due le versioni, la strumentale Lunar Mix e la più nota Apollo Mix, alle quali si somma la dub rallentata a 100 BPM di “O-Zone (Space Dub)” e la più canonica progressive trance declinata in “Oise (Hardware Mix)”. Produttori esecutivi sono Bruno Cardamone e Giuseppe Devito, quelli di Humanize di cui abbiamo parlato qui. A fare la fortuna di “Pleasure Voyage” è probabilmente l’idea di “decorare” il brano con le voci che raccontano un evento storico, la missione dell’Apollo 8 partita il 21 dicembre 1968 (sebbene in tanti, ai tempi, la confondano erroneamente con la più nota Apollo 11 del 16 luglio 1969 commentata per l’Italia da Tito Stagno) con cui per la prima volta l’uomo lascia l’orbita terrestre per arrivare nei pressi della Luna ma senza sbarcare su essa. Su un riuscito mosaico tra spoken word in lingua originale americana e in italiano si innesta la traccia, un crescendo rossiniano che arriva a toccare i circa dieci minuti di durata e che nella parte centrale vede inglobato il vagito di un bambino.

«Feci ascoltare il demo finale al citato Cardamone che gestiva un negozio di dischi ed aveva contatti con case discografiche milanesi. Mi suggerì la neonata Zac Music e prendemmo appuntamento col manager Emilio Lanotte. Sentì il demo ma a colpirlo in particolar modo non fu “Pleasure Voyage” bensì “O-Zone (Space Dub)”, in battuta rallentata. Il responso comunque fu positivo, il disco poteva essere pubblicato. Per realizzare quei brani utilizzammo un equipment base per l’epoca, un Roland JD-800, un E-mu Morpheus per i pad ed una Novation Bass Station Rack, tra gli strumenti più in voga per realizzare i synth che davano molto movimento alle tracce. Relativamente a “Pleasure Voyage” invece, nacque prima la versione strumentale, la Lunar Mix. Qualche settimana dopo volli farne una seconda inserendo voci atoniche che recuperai attraverso un disco probabilmente allegato come omaggio a qualche rivista. A ciò aggiunsi il “we are the future” preso dalla In Dub Mix che Jam & Spoon realizzarono per “Go” di Moby, e il vagito di un bambino. L’idea dell’uomo che raggiungeva la Luna per me rappresentava un nuovo inizio ed una nuova vita, il pianto di un bimbo mi parve adatto per raccontare la nascita di una nuova era. Il risultato mi convinse ma il mio collega non fu dello stesso parere. Comunque a conti fatti restava solo una versione in più quindi decidemmo di tenerla.

Il disco iniziò a circolare nella seconda metà di luglio del ’95 ma visto che ad agosto le case discografiche sono chiuse per ferie l’uscita slittò a settembre. Per diverse settimane non avvenne praticamente niente. L’ufficio promozione della Zac, diretto da Paolo Caputo, funzionava bene ma nonostante la buona volontà non riuscimmo a vendere più di 1000/1500 copie. La situazione cambiò in autunno quando Molella ascoltò “Pleasure Voyage” in una discoteca torinese dove era ospite. Chiese ragguagli al DJ che l’aveva passata e il giorno dopo contattò la Zac domandando la ragione per cui il disco non gli fosse stato inviato. Caputo gli rispose che il doppio di X-Form lo aveva mandato eccome ma forse passò inosservato in mezzo ai tanti promo che riceveva. Molella se ne innamorò ed iniziò a programmarlo con frequenza nel suo programma, Molly 4 DeeJay (a cui abbiamo dedicato un reportage qui, nda). Poi finì nella DeeJay Parade, nella classifica di 105 e persino in quella di Tv Sorrisi E Canzoni. A ciò si aggiunse l’inserimento in numerose compilation e varie licenze all’estero. Insomma, pur non vendendo di botto un grande numero di copie e tenendo conto che fosse un doppio mix, il risultato non fu affatto deludente».

Nel Magic Room Studio, 1995

Fabietto Cataneo nel Magic Room Studio, in una foto scattata nel 1995

Il follow-up di “Pleasure Voyage” si intitola “Hiroshima”, esce nella primavera del 1996 e mantiene la stessa linea stilistica gravitando intorno ad un altro evento epocale della storia contemporanea, l’esplosione della bomba atomica in Giappone nel ’45. Anche qui si ritrova incastonato un messaggio, di pace vista la tematica, “no more Hiroshima”. «Di demo e provini ne avevo tanti, tutti realizzati presso il Magic Room Studio. Alla Zac scelsero “Hiroshima” visto che continuava a battere il filone “storico”, ma nonostante la forte somiglianza con “Pleasure Voyage” vendette appena la metà del primo X-Form. Probabilmente il follow-up più adatto sarebbe stato “Escape From Planet X” che firmammo come Suoni Futuri. Ai tempi producevo parecchi brani ma quelli di taglio più techno li convogliavo sotto il nome X-Plora che era il progetto parallelo ad X-Form».

X-form (singoli)

In alto la copertina di “Hiroshima”, in basso quella di “Space Allert/Apollo 13 (We Have A Problem)”. Sono i dischi che chiudono la trilogia di X-Form nel 1996

La trilogia di X-Form si chiude nell’autunno del 1996 attraverso “Space Allert / Apollo 13 (We Have A Problem)“, con cui torna protagonista la tematica spaziale, la missione dell’Apollo 13 del 1970, tormentata da problemi tecnici che ne impedirono l’allunaggio e complicarono il rientro sulla Terra. L’interesse del grande pubblico però è assai ridimensionato rispetto a quanto avvenuto appena un anno prima con “Pleasure Voyage”. «Il fenomeno dream progressive subì un calo già alla fine del ’96, da genere “commerciale” supportato dalle varie radio tornò, nell’arco di pochi mesi, ad essere un fenomeno di nicchia. Le voci in “Space Allert” erano di Fabio Arboit, ai tempi speaker di Radio Capital, mentre “Apollo 13 (We Have A Problem)” proseguiva nel solco dei due precedenti».

Nel 1997 Cataneo continua l’avventura da solo incidendo un nuovo doppio LP intitolato “X-Form” ma firmandolo col proprio nome e cognome anagrafico. All’interno un nuovo riferimento storico, “Radio Praga”. Le matrici sono ancorate in prevalenza alla progressive trance, le stesse portate avanti in X-Plora, ma disseminati ci sono indizi che riportano ad altri scenari, su tutti gli echi funky di “Funk Train”. In parallelo realizza “The Persuaders”, risuonando l’omonimo di John Barry del ’71 in chiave chemical beat, probabilmente per iniziare a scrollarsi di dosso quella monotematicità progressive che alla lunga poteva diventare una zavorra. «Il contratto con la Zac prevedeva la pubblicazione di un album che fu “Work In Progressive” pubblicato ad inizio ’97. In quello stesso anno però la Zac stessa chiuse. Visto che avevo un bel po’ di materiale a disposizione, pensai che fosse giunto il momento di creare la mia etichetta personale e così nacque la Fab Records distribuita dalla Level One, fondata da Emilio Lanotte e Joe T. Vannelli. Decisi di non usare più il nome artistico X-Form poiché legato alla Zac e non volevo che sorgessero malintesi e problemi di sorta. Lo stile era ancora di stampo progressive ma non mancavano contaminazioni funky che derivavano dai miei esordi da DJ nei primi anni Ottanta, oltre a riferimenti a Chemical Brothers, Fluke e Prodigy che ascoltavo spessissimo in quel periodo. Avevo voglia di sperimentare cose nuove e provai a stampare pezzi un po’ diversi per testare la risposta del pubblico. Quel genere però, commercialmente parlando, era al tramonto e si vendeva sempre meno, non più di cinquecento/mille copie ad uscita e senza poter ambire a fare la differenza. Praticamente riuscivo solo a coprire le spese e così, dopo undici pubblicazioni in due anni, la Fab Records giunse al capolinea».

Nel nuovo millennio Cataneo continua a produrre musica per la Epic (gruppo Sony) e la Adaptor Recordings, e nel 2009 ripesca “Pleasure Voyage” attualizzandola in chiave electro house. «Rispetto agli anni Novanta credo che oggi prevalga l’immagine a scapito del contenuto. Scarso bagaglio culturale e poca esperienza non aiutano di certo, ma nonostante ciò c’è chi riesce ad arrivare a palchi prestigiosi in tempi brevissimi. Chiaramente non basta salire sulla consolle del Tomorrowland o di altri eventi simili per trasformarsi automaticamente in DJ, a certi risultati si dovrebbe giungere per gradi maturando la giusta esperienza. Oggi tutti vogliono arrivare in cima alla montagna nel più breve tempo possibile ed usando ogni mezzo. In Italia ci sono validi DJ e produttori ma probabilmente non in grado di creare fenomeni musicali come in passato e per questo motivo sono costretti ad adeguarsi a ciò che funziona di più». (Giosuè Impellizzeri)

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